VENERDI 18 MAGGIO NEL TEATRINO IQBAL DELLA SCUOLA MAZZINI I PARTIGIANI DELL'ANPI HANNO INCONTRATO I BAMBINI DELLE QUINTE : TANTA COMMOZIONE AL SUONO DI "OH BELLA CIAO"


La lezione del partigiano

Tutto pronto anche quest’anno: stamattina, per la dodicesima volta, in programma l’incontro annuale, alla Scuola Maria Mazzini, con la Volante Severino. La tradizione risale a undici anni fa quando per la prima volta invitai i rappresentanti della storica formazione ad incontrare i bambini di quinta e di quarta ed essi risposero subito e volentieri all’invito, arrivando in punta di piedi e in anticipo. Mi colpì che Vagge, ultraottantenne, alto e silenzioso, mentre camminavamo nei corridoi, si chinò all’improvviso a raccogliere per terra il grembiulino di un bambino e lo appese con garbo all’attaccapanni. Quella volta con loro c’era anche Gino Campanella, l’eroico comandante della formazione. La sua importante presenza, in una riflessione a posteriori, aveva il valore di un’inaugurazione: egli venne ad aprire un’iniziativa che, in maniera non prevista, sarebbe diventata usanza viva e duratura nella nostra scuola. Sorvolo sul tempo che è passato, e che ha regalato ogni anno a generazioni diverse di alunni, poco prima del loro salto verso l’adolescenza, un momento di incontro incisivo con alcuni dei costruttori fattivi e silenziosi della Liberazione dal nazifascismo. Giungo ad oggi. Di partigiani della Volante è rimasto solo Romeo, Antonio Noceti, nome di battaglia Renato e ancor prima Lasagna, a sentirsi in grado di venire ancora a scuola. Ma stamattina, quando ormai il teatrino Iqbal era gremito di bambini, il filmato “Voci resistenti” stava per partire e gli alunni diretti dalla maestra Michela Centanaro erano pronti ad eseguire la loro versione di “Bella Ciao” per quindici chitarre, mi giunge la notizia che Renato non si sente in forma e per la prima volta non verrà. Lo comunico ai bambini, spiegando che purtroppo a novantun anni questo è prevedibile. Il programma così va avanti senza di lui, ma con un tacito senso di vuoto in tutti i presenti. Quando, all’improvviso, si spalanca la porta del teatro ed appare Renato che entra con il sorriso e il passo sicuro: ovazione dei bambini e contentezza di tutti. Parte “Bella Ciao” con i chitarristi bravissimi e le voci. Gli occhi brillano. Il dialogo inizia e le domande non finiscono mai. Quando chiedo a Renato con che mezzo è arrivato, mi risponde di essere venuto in taxi… ma poi aggiunge: “Ma no, dai, scherzo: sono venuto in vespa !” e alla fine aggiunge: “ Oggi sarei proprio rimasto a letto, ma mi son fatto forza perché non bisogna farsi prendere dall’abitudine.” La lezione è finita.