La storia
Gli edifici dei plessi Mazzini e San Paolo sono dedicati a due donne straordinarie, il plesso San Paolo si è chiamato "Scuola Cabrini" fino a 15 anni fa.
Maria Mazzini
Figlia di un agiato mercante sposò, nel 1794, Giacomo Mazzini, giovane medico che ricoprì incarichi politici nel Repubblica giacobina di Genova (1797).
Ebbe quattro figli, tutte femmine ad eccezione di Giuseppe, terzogenito, nato nel 1805.
L’ultima, Francesca, fragile e malaticcia, venne al mondo nel 1808. Il legame con il figlio maschio fu fortissimo. Spirito religioso, Maria affidò dapprima l’educazione del ragazzo a padre Luca Agostino Descalzi, uno dei giansenisti che ella frequentava da tempo e che erano le sue guide spirituali. Contro il volere del marito, nel 1820 avviò il figlio agli studi giuridici.
Dieci anni più tardi, nel 1830, il suo arresto per appartenenza alla carboneria avrebbe segnato nella vita della madre una svolta fondamentale. Maria si schierò senza riserve dalla parte del figlio.
Tornata in fretta dalla villa di campagna, fece sparire le carte che avrebbero potuto comprometterlo e nei mesi della detenzione tenne personalmente i collegamenti tra lui ed i confratelli. Nel 1831 l’esilio esaltò ulteriormente la passione della madre.
Da allora Maria visse in funzione di Mazzini ed al suo servizio, scrivendo nelle lettere a lui una autobiografia sentimentale tanto appassionata ed ardente da parere non di rado impudica e morbosa. Nell’epistolario si disegna l'immagine di una donna forte, intelligente, ironica, sensibile, coraggiosa. Vi faceva spesso professione di modestia, ma modesta Maria non era. Agostino Ruffini, una volta consumato il proprio distacco dai Mazzini, scriverà che «ella non vede che sé al mondo [...] Dentro l’Italia non c'è che lei, fuori d'Italia non c'è che suo figlio.
Le altre madri non hanno diritto né di dolersi. né quasi d'amare i figli lontani». Maria fu vicina al figlio fattivamente. Cooperò all’organizzazione materiale dei suoi spostamenti clandestini e soprattutto ne foraggiò la lontananza. Questa del denaro fu una sua preoccupazione costante: vincendo difficoltà oggettive, aggirando la volontà del marito, persuaso che Mazzini dovesse vivere del suo, lo rifornì regolarmente di contanti.
Quando nel 1848 Mazzini tornò in Italia, Maria fu al suo fianco a Milano. Poi la disfatta militare ricacciò il figlio in Svizzera; a dicembre le morì il marito. Maria si infiammò per la Repubblica romana e si indignò con Gioberti per le sue invettive antimazziniane. Intanto continuava a far da banchiere al figlio: con maggiore liberalità, ora che non doveva render conto al marito. La sconfitta della rivoluzione italiana riportò Mazzini sulla via dell'esilio.
La Drago fu instancabile nell'aiutare, nel fare propaganda, nel raccogliere fondi per i giornali o per la scuola operaia di Londra. Quando morì nel 1852, riuscì a fare persino dei suoi funerali un ultimo servizio reso al figlio diletto: «L'accompagnamento del suo cadavere – scrisse Pisacane a Cattaneo – è stata una imponente dimostrazione politica, l'hanno seguito gente di tutti i colori, i regi eccettuati.
Fonte:La madre di Giuseppe Mazzini. Carteggio inedito del 1834-1839, con prefazione e note di A. Luzio, Torino, F.lli Bocca Editori.
Francesca Saverio Cabrini
(Plesso San Paolo)
Nacque come Maria Francesca Cabrini il 15 luglio 1850, penultima degli undici figli di Agostino Cabrini e Stella Oldini.
Diplomata maestra elementare, maturò la vocazione religiosa nel collegio del Sacro Cuore di Arluno; fattasi religiosa nel 1874, nel 1880 fondò a Codogno la congregazione delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù e aggiunse al proprio nome il cognome Saverio, in onore di san Francesco Saverio, sacerdote missionario nell'Estremo Oriente.
Inizialmente intenzionata a trasferirsi in Cina, papa Leone XIII la inviò ad evangelizzare le Americhe.[2][3] Nel 1889 raggiunse gli Stati Uniti d'America per prestare assistenza agli immigrati italiani.[4] Dopo avere fondato le Missionarie ed essere arrivata nelle Americhe, aveva imparato l'inglese e lo spagnolo, arrivando nei luoghi più impervi del Sudamerica per evangelizzare tribù che non erano mai entrate in contatto con i bianchi[5]. Operò in altri 7 paesi con 80 istituti. Costruì asili, scuole, convitti per studentesse, orfanotrofi, case di riposo per laiche e religiose, ospedali a New York e Chicago. Nel 1909 prese la cittadinanza statunitense.
Aprì un collegio femminile a Granada (Minnesota). Divenne una moda, un simbolo di superiorità, per i potenti locali iscrivere a quella scuola tenuta da religiose europee le proprie figlie in età da marito, cattoliche e non. Per quanto riguarda la religione, Francesca Cabrini era tollerante: era pronta ad accogliere tutte le ragazze che le mandava Dio, anche se erano di un'altra fede. Non transigeva però, pena l'esclusione delle loro figlie dall'istituto, sul fatto che quei potenti legittimassero con il loro nome le ragazze frutto di unioni passeggere oppure di relazioni con schiave o prostitute. "Non ci si libera di un essere umano dandolo in balia alle suore per lavarsi la coscienza!", tuonava.
La Compagnia femminile fondata dalla Cabrini, la congregazione cattolica delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù, fu la prima sia ad affrontare l'impegno missionario (tradizionalmente prerogativa degli uomini), sia ad essere totalmente autonoma, ovvero non dipendente da un parallelo ramo maschile.
Le sue iniziative caritative ben presto si svilupparono in opere di assistenza economicamente autosufficienti, grazie all'erogazione congiunta di servizi a pagamento. Le missionarie fornivano agli immigrati corsi di lingua, assistenza burocratica, corrispondenza con le famiglie di origine, raggiungendo anche i più emarginati sia logisticamente, sia perché infermi, istituzionalizzati o reclusi.
Nel 1890 a New Orleans il capo della polizia locale fu assassinato da ignoti e la colpa ricadde, senza alcuna prova, sui Dagos, cioè gli italiani laceri, malnutriti, senza fissa dimora. La Cabrini si recò nella città due anni dopo, annunciando: "Gli italiani sono stati diffamati, al punto che la folla, aizzata da chi ne voleva l'espulsione, ne ha linciati a dozzine". Prima di andarsene fece nascere dalle rovine un orfanotrofio e poi un ospedale. Il giorno della sua morte il suo corpo venne spostato alla Mother Cabrini High School a New York.
La Cabrini è ricordata anche come viaggiatrice, con 28 traversate atlantiche e l'attraversamento delle Ande per raggiungere Buenos Aires partendo da Panama.
Francesca Cabrini valorizzò la religiosità femminile in un modo considerato moderno, adatto ai tempi in cui visse, rispondente a problematiche ancora attuali per via dell'evento migratorio. Per le sue iniziative è ritenuta uno dei riferimenti del moderno servizio sociale. Vide nei principi della democrazia americana una via di integrazione e di avanzamento sociale per gli emigrati italiani. Promosse l'emancipazione delle capacità di iniziativa femminile. Visse la sua devozione al Sacro Cuore interpretando il concetto di riparazione alle "offese fatte a Gesù" come motivo di impegno nelle opere caritatevoli.
Fonte: Giuseppe De Luca, Madre Cabrini. La santa degli emigrati, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 2000.